Se hai bisogno di informazioni
Come genitori, siamo naturalmente attenti a ogni piccolo cambiamento nello sviluppo dei nostri bambini. Quando si parla di autismo, riconoscere i primi segnali può fare una grande differenza per il futuro del bambino, come sottolineato dalle Linee Guida per l'autismo dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dalle raccomandazioni del Ministero della Salute. È importante sottolineare che la presenza di uno o più di questi segnali non significa necessariamente che il bambino abbia l'autismo, ma potrebbe indicare l'opportunità di una valutazione professionale, come indicato anche nei percorsi di sorveglianza dello sviluppo infantile promossi a livello nazionale.
Nel primo anno di vita, alcuni possibili campanelli d'allarme da osservare, basati sulle indicazioni della letteratura scientifica e delle linee guida (consultabili sui siti istituzionali dell'ISS e del Ministero della Salute), includono:
Nei primi 6 mesi:
- Contatto visivo limitato o assente (il bambino evita di guardare negli occhi o lo fa raramente)
- Sorriso sociale ridotto o assente (non sorride in risposta al vostro sorriso)
- Reattività limitata ai suoni o alla voce dei genitori
- Scarsa espressività facciale
Tra i 6 e i 12 mesi:
- Assenza o riduzione del balbettio (non produce suoni come "ba-ba", "ma-ma")
- Mancanza di gesti comunicativi come indicare, mostrare oggetti o salutare con la mano (intorno ai 9-12 mesi)
- Non risponde quando viene chiamato per nome (generalmente atteso intorno ai 9-10 mesi)
- Non segue con lo sguardo quando gli si indica qualcosa (attenzione condivisa, che emerge tipicamente tra i 9 e i 14 mesi)
- Scarso interesse per i giochi interattivi tipici come il "cucù-settete"
- Difficoltà a stabilire l'attenzione condivisa (guardare insieme a voi lo stesso oggetto o evento)
- Movimenti ripetitivi insoliti con le mani o il corpo
È fondamentale ricordare che lo sviluppo infantile segue tempi diversi per ogni bambino. Alcuni bambini possono raggiungere le tappe dello sviluppo più lentamente senza necessariamente avere l'autismo. Tuttavia, se notate diversi di questi segnali o avete preoccupazioni, è sempre meglio parlarne con il pediatra, che è il primo riferimento per il monitoraggio dello sviluppo, come indicato dalle procedure del Servizio Sanitario Nazionale.
La diagnosi di autismo è diventata sempre più precoce negli ultimi anni, grazie all'avanzamento delle conoscenze scientifiche e degli strumenti diagnostici. Secondo le Linee Guida Nazionali per l'Autismo (LG21 dell'ISS) e i documenti del Ministero della Salute (come la Relazione Finale del Tavolo Nazionale di Lavoro sull'Autismo, consultabile ad esempio su https://www.autismo.net/autismo/tavolo.pdf:
- Una diagnosi attendibile e stabile può essere formulata generalmente intorno ai 24 mesi (2 anni) di età, quando i sintomi diventano più evidenti e distinguibili da altre condizioni. Le Linee Guida dell'ISS indicano che una diagnosi è possibile tra i 18 e i 24 mesi se effettuata da un team multidisciplinare esperto.
- In alcuni casi, specialmente quando i segnali sono molto evidenti, è possibile identificare l'autismo anche a 18 mesi o prima, attraverso programmi di sorveglianza specifici.
- Per bambini ad alto rischio (ad esempio, quelli che hanno fratelli con autismo), il monitoraggio dello sviluppo dovrebbe iniziare ancora prima, con screening regolari (ad esempio, utilizzando strumenti come la M-CHAT-R/F a 18 e 24 mesi), come raccomandato dalle società scientifiche pediatriche e di neuropsichiatria infantile.
È importante sottolineare che, come indicato dalle fonti istituzionali:
1. La diagnosi precoce è fondamentale perché permette di iniziare tempestivamente gli interventi, sfruttando la naturale plasticità cerebrale dei primi anni di vita. L'ISS e il Ministero della Salute pongono grande enfasi sull'importanza dell'intervento precoce.
2. Il processo diagnostico è complesso e richiede l'intervento di un'équipe multidisciplinare specializzata (neuropsichiatra infantile, psicologo, logopedista, terapista della neuro e psicomotricità), come previsto dai protocolli diagnostici nazionali.
3. La diagnosi si basa su osservazioni cliniche del comportamento del bambino, colloqui con i genitori (anamnesi), e l'utilizzo di strumenti standardizzati specifici per l'autismo (es. ADOS-2, ADI-R), raccomandati dalle Linee Guida.
4. Il monitoraggio deve continuare nel tempo, poiché alcune manifestazioni possono diventare più evidenti con la crescita e lo sviluppo del bambino, e il profilo di funzionamento può evolvere.
Se avete preoccupazioni riguardo allo sviluppo del vostro bambino, non aspettate. Parlate con il pediatra e, se necessario, richiedete una valutazione specialistica presso i Servizi di Neuropsichiatria Infantile (NPIA) della vostra ASL o centri accreditati. Ricordate che voi conoscete il vostro bambino meglio di chiunque altro, e le vostre osservazioni sono preziose nel processo di identificazione precoce, un principio valorizzato da tutti i professionisti sanitari.